Sgomento, incredulità, shock, costernazione… sono emozioni comuni quando si assiste a incidenti tragici e improvvisi. Queste parole descrivono la sorpresa, lo stordimento, l’incredulità di fronte all’evento. Tuttavia, a un’analisi più approfondita, molti incidenti apparentemente imprevedibili potrebbero essere evitati.
L’incendio al locale Zone 9 (9A Trần Thánh Tông, Hanoi), che ha causato la morte di sei persone, ne è un esempio lampante. La causa è stata attribuita alla negligenza di operai che, durante lavori di ristrutturazione, hanno lasciato che scintille di saldatura incendiassero materiali di costruzione infiammabili, tra cui pannelli di polistirolo.
Questa è la stessa causa individuata nell’incendio del Centro Commerciale Internazionale di Ho Chi Minh City (ITC), avvenuto il 29 ottobre 2002, che ha provocato 60 morti e 70 feriti. Recentemente, anche il bar Barocco nel centro di Ho Chi Minh City ha preso fuoco durante lavori di ristrutturazione per motivi analoghi.
Anche il caso della bambina di 18 mesi calpestata a morte dalla babysitter ha suscitato indignazione nell’opinione pubblica. A questo si aggiungono numerosi altri casi inquietanti di asili nido privati non a norma in tutto il paese. Ad esempio, nel quartiere di Hòa An nella città di Biên Hòa, Đồng Nai, per due anni consecutivi si sono verificati due decessi in asili nido privati: un bambino soffocato dal cibo e un altro annegato in uno stagno.
Queste tragedie continue suscitano sgomento. Tuttavia, lo sgomento da solo non basta. Sono necessarie azioni concrete per prevenire incidenti simili. Bisogna intensificare i controlli e la sorveglianza delle attività commerciali, in particolare quelle ad alto rischio di incendio. È fondamentale sensibilizzare i cittadini sulla prevenzione degli incendi e degli infortuni.
Sebbene i proprietari del Zone 9 siano “profondamente addolorati e tormentati dalle immagini delle vittime”, sebbene “qualcuno si stia occupando dei funerali” e “saranno adottate misure correttive e presto verrà fornito supporto alle vittime”, nulla potrà compensare la perdita di sei vite innocenti. E anche se l’intero settore sanitario è addolorato, la vittima del caso Cát Tường non potrà tornare in vita, così come la bambina uccisa dalla babysitter non sarà più tra noi, nonostante la condanna unanime dell’opinione pubblica. Sgomento, incredulità e dolore non sono sufficienti se non si traducono in azioni concrete.